Viaggiare in SUP: la nuova sfida di Cristoforo!
Cristoforo Basso, istruttore di SUP milanese, ha scoperto il mondo del SUP in un momento difficile della sua vita, trasformandolo in un alleato per compiere imprese uniche. Dopo aver circumnavigato l’Isola d’Elba e Santorini, aver disceso il Po, ora si prepara per una nuova sfida: pagaiare lungo il Tevere
Cristoforo Basso, istruttore di SUP milanese, ha scoperto il mondo del SUP in un momento difficile della sua vita, trasformandolo in un alleato per compiere imprese uniche. Dopo aver circumnavigato l’Isola d’Elba e Santorini, aver disceso il Po, ora si prepara per una nuova sfida: pagaiare lungo il Tevere
C’è chi si avvicina al SUP per trascorrere qualche ora di relax, immergendosi nella natura, esplorando angoli nascosti delle nostre coste, scoprendo un lago o scendendo un fiume.
C’è però chi nell’incontro con il SUP ha trovato il miglior alleato per compiere imprese uniche in cui mettere alla prova se stesso, dimostrando che bastano una tavola gonfiabile e un allenamento adeguato per trasformare cinque giorni della propria vita in qualcosa di indimenticabile.
Cristoforo e il SUP
Come Cristoforo Basso, un istruttore di SUP milanese di 37 anni che ha scoperto il SUP in un momento difficile della propria vita e anche grazie al SUP è rinato. E così, dopo aver circumnavigato prima l’isola d’Elba e poi Santorini sulla tavola, uscita dopo uscita ha trovato le motivazioni che lo hanno portato quest’inverno a pagaiare in solitario discendendo il Po da Mantova al mare Adriatico.
Un’impresa che non è sfuggita al team di JBay.zone da sempre appassionato di queste sfide e che ha deciso di affiancarlo nella sua prossima avventura, quando a inizio agosto pagaierà, sempre da solo, dall’alba al tramonto, lungo il corso del Tevere dai laghi di Corbara fino ad Ostia, passando anche per Roma.
Una sfida personale la sua, ma anche l’occasione di mettere in pratica ciò che trasmette ai suoi allievi: vivere il SUP per migliorare se stessi.
La Via di Mezzo
“Ho chiamato la mia prossima avventura la Via di Mezzo”, racconta quando lo incontriamo pochi giorni prima della sua partenza al termine di una delle sue sessioni di allenamento giornaliere sull’Adda, la sua palestra a cielo aperto.
“Rispetto a quest’inverno, in cui sul Po ho fatto oltre 170 km in cinque giorni, avrò molte più ore di luce a disposizione per pagaiare e non avrò freddo di sicuro, ma non sarà una passeggiata, lo so. La discesa di un fiume porta con sé moltissime situazioni imprevedibili, devi essere sempre attento: all’improvviso può spuntare un tronco o la corrente può cambiare rapidamente velocità. Non ti rilassi mai, nemmeno mentre mangi trasportato dallo scorrere del fiume”.
Inoltre, come spiega, sul fiume ci sono chiuse, centrali idroelettriche, punti in cui è in secca. “Tratti in cui devi per forza sgonfiare il SUP, metterlo nello zaino insieme a tutta l’attrezzatura per superare l’ostacolo per poter proseguire la discesa”. Lo stesso vale per la notte: “Ho deciso di fermarmi a riposare nei paesi, spiega, ma questi non sempre saranno vicini al Tevere. Quindi ogni sera dovrò sgonfiare la tavola e mettermi in cammino risalendo gli argini; sarò stanco ma per fortuna non avrò freddo come a dicembre sul Po quando c’erano tre gradi”
Con lui un XJ prototipo
Nei mesi di preparazione, grazie all’esperienza maturata, ha ridotto il suo bagaglio al minimo essenziale: con sé nella borsa stagna da 30 litri avrà tutto il necessario per affrontare un imprevisto, quindi pagaia di scorta e pinne di riserva, pompa e da mangiare barrette, carboidrati e l’immancabile riserva di acqua.
In questa impresa inoltre Cristoforo metterà alla prova una tavola prototipo JBAY.ZONE. La Via di Mezzo sarà una sfida e un test quindi.
“La XJ che avrò a disposizione sarà una tredici per trenta. E’ una tavola lunga e stretta, con una forma affusolata che offre poca resistenza all’avanzamento e ha molto spazio di carico davanti e dietro”.
In questi ultimi giorni Cristoforo oltre ad allenarsi per migliorare la sua preparazione fisica insieme al suo allenatore, ha scelto di dedicarsi anche momenti per camminare in montagna per restare un po’ lontano dall’acqua. “Queste giornate lontano dal fiume mi aiutano a stemperare le ansie che inevitabilmente insorgono quando stai per fare qualcosa di importante e impegnativo”. Nulla può essere lasciato al caso. “Allo stesso tempo in questi mesi mi sono preparato a gestire gli imprevisti in modo da poter risolvere da solo ogni situazione per non rischiare di mandare a monte tutto per qualcosa di cui non avevo tenuto conto; c’è davvero molta progettazione dietro a questi cinque giorni”.
Il fiume Tevere sarà il suo amico, ma anche il suo avversario. Avversario che affronterà da solo, come piace a lui. “Stare solo è una condizione che ho cercato, perché questa avventura è una sfida soprattutto con me stesso”.
Una tecnica di insegnamento innovativa
Appassionato di sport acquatici, dal kite al surf, la passione per il SUP di Cristoforo è legata soprattutto all’esperienza e al viaggio. Per questo anche le sue lezioni sono qualcosa di insolito nel panorama italiano: “Ho deciso di unire l’insegnamento a un’esperienza unica. E così oltre ad insegnare all’Idroscalo A.S.D. organizzo dei tour, aperti anche ai principianti, in cui accompagno i partecipanti alla scoperta di un tratto di fiume o di un lago. Le persone apprezzano sempre di più la mia formula di insegnamento che gli permette di imparare la tecnica di pagaiata, di superare le proprie paure, di scoprire posti nuovi e le potenzialità che offre un semplice SUP gonfiabile”. La sua scuola è quindi nomade e si sposta di volta in volta su fiumi e laghi. “La più grande soddisfazione è stata vedere le persone piangere alla fine di un tour per essere riusciti a superare le difficoltà insieme. Il SUP mi sono reso conto che crea aggregazione ed è un amplificatore di emozioni”. Inoltre prosegue “A differenza di una barca o anche di una canoa, sul SUP che di fatto procede sempre abbastanza lentamente è come se stessi camminando sull’acqua. Ho fatto wakeboard, surf, ma da quando ho iniziato a fare SUP nel 2016 ho sentito che in questo sport c’è qualcosa di primordiale che mi fa sentire vivo. Durante la pagaiata entro in contatto con me stesso: sento quel momento come una forma di meditazione e di fatto lo è”.
Pronti per seguire Falco SUP!
Le persone che seguono le sue lezioni apprendono così un modo differente di vivere il SUP: imparano a vederlo come un mezzo per esplorare, senza dover fare un grande investimento iniziale. “Quello che mi piace sottolineare è che il SUP è uno sport di durata, nel senso che una pagaiata può durare tutta la giornata a differenza del wakeboard o del kite surf dove le sessioni durano qualche ora”.
“Sono grato di aver scoperto il SUP, mi ha aiutato a rimettermi in piedi. E lo so, sembra un gioco di parole, ma è proprio quello che è accaduto nella mia vita e oggi per restituire quello che ho ricevuto ho una missione: diffondere questo sport. Dimostrando cosa si può arrivare a fare con una tavola a quante più persone possibili”.
Manca poco alla partenza. Noi seguiremo Cristoforo pagaiata dopo pagaiata, ma potrete farlo anche voi guardando dal 5 agosto gli aggiornamenti sul suo profilo Instagram “Falco SUP”. Un nickname che racchiude quel suo essere capace di volare alto!